Sono cresciuta in una famiglia poco religiosa, con una tradizione cattolica e ortodossa alle spalle. Alle elementari frequentavo regolarmente le lezioni di religione, tenute a un parroco cattolico che ci parlava della vita di Gesú e dei suoi miracoli. Tutto ció che sapevo era che Gesú era una persona buona che aveva compiuto tante cose buone. Lo vedevo un po´come un eroe, sempre dalla parte dei deboli e degli indifesi. Nessuno mi aveva mai parlato peró del vangelo, di chi fosse veramente Gesú e che cosa sia venuto a fare sulla terra. Crescendo, la mia mente venne occupata da altri pensieri e da altre priorità, come la scuola, gli amici, la vita, il futuro…
La mia famiglia era una famiglia media, non mi è mai mancato nulla. Tuttavia, fin da piccola ho sempre dovuto fare i conti con un vuoto interiore molto profondo, che né io stessa, né cose, né circostanze esterne, né altre persone riuscivano a colmare. Ero alla silenziosa ricerca di pace, verità, luce, amore e libertà; libertà dalle catene invisibili che sentivo sempre cosí strette intorno a me, tra cui quelle della solitudine. Questo bisogno e questa sete si fecero sentire piú forti nel momento di maggiore sconforto nella mia vita. Avevo all´incirca 18 anni e sentii il mondo crollarmi addosso; tutti i miei piani, i miei sogni e le mie speranze svanirono in un solo colpo. La mia famiglia stava attraversando un periodo molto travagliato: gravi problemi economici, una pesante crisi famigliare, l´incertezza per il futuro, solitudine, delusioni e un susseguirsi di fallimenti segnarono il mio percorso. Ero caduta in una profonda depressione che è durata, a tratti, circa 8 anni. Ero una persona piena di paure e di angosce. C´erano giornate in cui il solo alzarmi dal letto e farmi una doccia sembravano essere un´impresa impossibile. Non avevo nessuno a cui appoggiarmi.
Per motivi economici dovetti interrompere i miei studi universitari e cercai invano lavoro nel mio paese natale, l´Italia. Senza sapere bene cosa fare della mia vita, partii da sola per l´estero e approdai in Germania, a Francoforte. Qui trovai lavoro e riuscii a mantenermi, ma il dolore che mi portavo dentro era molto profondo e non mi lasciava piú vivere. Iniziai a frequentare un gruppo di persone con le quali passavo la maggior parte del mio tempo libero. Capitava di uscire la sera e andare a bere insieme o di partecipare a feste. A quel tempo iniziai a bere e a trovare conforto nell´alcool, che sembrava riuscire a soffocare il mio dolore. Mi ricordo una sera, ad una festa con pochi invitati, sentii una disperazione tale, che con rabbia e intenzionalmente continuai a bere senza volermi piú fermare. Mi risvegliai in bagno incosciente. I miei cosiddetti “amici” mi aiutarono ad alzarmi e a farmi sdraiare sul divano. A quel punto scoppiai in un pianto e in grida ininterrotti, per tutta la notte. I vicini quasi chiamarono la polizia. Per la prima volta in vita mia guardavo in faccia a tutto il mio dolore esistenziale, che era cresciuto e si era propagato come una cancrena fino a dentro alle ossa. Nessuna delle persone intorno a me riusciva a fare nulla per aiutarmi. In quel momento esatto, compresi che non ci sarebbe stato niente che mi avrebbe tirato fuori da quella situazione. Proprio in quel tempo iniziai, per caso, ad ascoltare il vangelo e testimonianze di credenti tramite video su internet. Vedevo in loro una pace e una luce tali e un amore per Dio, che non riuscivo a comprendere. Perché amavano Dio? Come se lo conoscessero personalmente. Gli attribuivano un carattere e una personalità. Non comprendevo, ma l´unica cosa che sapevo era che volevo avere quello che avevano loro. Una speranza si accese dentro di me. Se loro potevano, perché io no…
Una fredda sera invernale, ero sola in casa ad affrontare in segreto i miei demoni. Lí sapevo che era un punto di non ritorno e non avevo piú niente da perdere; mi inginocchiai in lacrime davanti a Dio e gli dissi che se Lui era vero, di mostrarsi a me e misi la mia vita nelle sue mani. In quei giorni iniziai anche a leggere la Bibbia e a pregare intensamente; nella ricerca ero spinta da una grande fame, volevo conoscere chi fosse questo Dio. Il Signore vide il mio desiderio sincero e toccó il mio cuore; messa a confronto con le verità della Parola, il Signore portó luce dentro di me e rivelò tutta la mia vita di peccato: quanto avevo odiato, tutte le mie menzogne, tutta la falsitá e l´arroganza con le quali avevo vissuto fino ad allora, il mio egoismo, la vanità, l´idolatria, il desiderio di essere migliore e superiore agli altri a tutti i costi, e tutto il male che avevo fatto alle persone a cui volevo bene. Gesú mi mostrò ogni cosa, e mi spinse a confrontarmi con uello che c´era dentro al mio cuore: chi ero io davanti a Dio. Questo mi portó in presenza di Dio a chiedergli perdono per ogni mio peccato, che man mano mi veniva rivelato. Gesú mi aveva chiamato, mi aveva aperto una porta, e io l´ho seguito. Volli rinunciare al peccato. Il Signore mi offrí la sua mano per rialzarmi e io l´afferrai; e fino ad oggi mi ha sempre accompagnata e guidata, e mi rialza ogni volta che cado. Io devo tutto al mio Signore, gli devo la mia vita; e oggi sono qui per rendere onore e ubbidire a colui che mi ha riscattata. Sono qui per testimoniare di essere morta al mio peccato e aver intrapreso una nuova vita in Cristo Gesú.
Federica
12.02.2017